domenica 27 marzo 2011

Autocarro Fiat 690






























Autocarro Fiat 690 (1959 - 1971) Storia e Tecnica

Il modello Fiat 690 deriva dal 682 del 1952, fu un autocarro che per pesi dimensioni e prestazioni si posizionò ai vertici della gamma.
Il Fiat 690 nelle gamme N (autocarro) e T (trattore) contraddistinse la produzione di mezzi pesanti Fiat degli anni Sessanta, diventando un fedele compagno di lavoro per molte generazioni di autisti.

La presentazione del Fiat 690 risale al 1959, con i modelli 690 N e T , il motore è un Fiat 203, sei cilindri da 10.676 cc. potenza 152 Cv. Il 690 apparteneva alla serie "Camion 6x2" con 2 assi sterzanti all'avantreno, PTT fino a 22 tonnellate, e peso rimorchiabile di 18 tonnellate.

Il Fiat 690 era disponibile anche nell'allestimento 8x2, grazie all'applicazione del quarto asse, si poteva aumentare la PTT fino a 44 tonnellate.
Gli autocarri Fiat degli anni 60, con le loro versioni a 4 assi, erano mezzi dalle caratteristiche notevoli, non bisogna infatti dimenticare che i mezzi pesanti esteri, difficilmente superavano le 32 tonnellate di PTT, e avevano motori poco potenti, raramente più di 140 cv.

Il Fiat 690 N e T fu prodotto fino al 1961, venne sostituito dai 690 N1 e T1, che rimasero in produzione fino al 1967.
Le caratteristiche dei 690 N1 e T1 erano simili al precedente 690N, eccetto il peso rimorchiabile aumentato a 22 tonnellate, e il motore potenziato.
Il motore serie 203, venne sostituito dal più potente 203 A/61, potenza ottenuta maggiorando la cilindrata a 11,548 litri, questo motore venne impiegato anche sulla serie Fiat 682.

Il 203 A/61 aveva alesaggio e corsa di 130 e 145 mm, raffreddamento a liquido, potenza massima di 180 CV a 1900 giri/min, coppia 85 kgm a 900 giri/min.
Con questo motore il mezzo raggiungeva la velocità massima di 63,5 km/h, pendenza max superabile 35,5% per il Fiat 690 N1 e del 16,2% per il Fiat 690 T1,la versione trattore per semirimorchio.

Nel 1968 subentrò il Fiat 690 N2 sempre con motore 203 A/61, ma il vero protagonista di questa fortunata serie fu il Fiat 690 N3, prodotto dal 1968 al 1970, equipaggiato con il motore Fiat 221.3 da 180 Cv, lo stesso montato sui 683 e 693.
Nel 1971 venne introdotto il Fiat 690 N4, motore "8200.02 A" da 200 Cv, venne prodotto in pochi esemplari e chiuse la produzione della serie 690, visto che era già pronto a sostituirlo il più moderno Fiat 691.

Venne inoltre realizzata una versione turbocompressa, rispettivamente il Fiat 690 NS e il Fiat 690 TS, equipaggiato dal motore 203 S con turbocompressore.
Questi modelli sovralimentati rimasero in produzione un anno, dal 1960 al 1961.

I modelli sovralimentati furono un fiasco, causa la scarsa affidabilità del motore turbocompresso, era troppo delicato, e si guastava spesso, le modifiche da fare per renderlo affidabile costavano troppo, e spesso conveniva rimpiazzare il propulsore sovralimentato con il 203 A/61 del 690 N1.
Pare che la Fiat stessa venisse incontro ai suoi clienti per le spese di sostituzione.

La Tecnica e Caratteristiche Tecniche


La cabina del modello 690 N1 era in comune con il resto della produzione dei pesanti Fiat anni 60, con il caratteristico baffo anteriore, a differenza dei parafanghi anteriori che avevano forma diversa. Il comfort era discutibile, era l'ultima cosa a cui badavano i progettisti, infatti gli interni erano semplici e razionali, con poca cura per comodità e insonorizzazione.

Nella cabina del Fiat 690 la vita non era facile, scarsa la ventilazione ed il riscaldamento, i sedili erano regolabili ma non molleggiati, i tergicristalli, azionati da motorini ad aria compressa erano poco efficienti. Tra il sedile dell'autista e quello del passeggero c'era il coperchio tunnel per accedere al vano motore che occupava gran parte dell'abitacolo, dietro ai sedili venivano sistemati 2 lettini per gli autisti.

La guida era a destra, eccetto per i veicoli costruiti su licenza nei Paesi Bassi che avevano la guida a sinistra, cruscotto in metallo con indicatori circolari e due leve per azionare l'acceleratore a mano ed il freno motore, volante in bachelite chiara di grande diametro per sopperire alla scarsa efficacia del servosterzo.

Il cambio era il vero punto di forza dei Fiat 690 data la sua robustezza, con frizione monodisco a secco, disponeva di otto rapporti in avanti e due per la retromarcia. Purtroppo questo cambio era difficile da manovrare, non aveva servocomandi, era azionato da 2 leve poste accanto al sedile di guida, una serviva ad innestare i quattro rapporti, l'altra, più corta e scomoda da manovrare, serviva ad azionare il riduttore di velocità.

I cambi di marcia erano operazioni da eseguire con maestria per non incorrere in fastidiose grattate, occorreva un certo tempo per raggiungere dimestichezza con questi tipi di cambio.

Il telaio d'acciaio era realizzato con due longheroni sagomati sui quali appoggiavano sia il cassone o altri accessori, che la cabina. Sulla sinistra del telaio erano sistemati il vano porta-batterie, la ruota di scorta, il contenitore attrezzi , mentre sulla destra c'era posto per il serbatoio del carburante.

Le sospensioni erano a balestre con ammortizzatori idraulici a doppio effetto, freni di servizio pneumatici con comando a pedale, che agivano sulle ruote mediante tre circuiti indipendenti, due per gli assi, anteriore e posteriore e il terzo per il rimorchio.

Curiosità


Il Fiat serie 690 e così tutti i pesanti della serie 600 come in particolare il 682, hanno accompagnato nel loro lavoro autisti padroncini e autotrasportatori vari, per diverse generazioni, contribuendo alla ricostruzione dell'Italia del dopoguerra. Il segreto di tutto questo successo fu dovuto innanzitutto al prezzo d'acquisto, era il più concorrenziale rispetto alla produzione dell'epoca.

L'affidabilità, i Fiat serie 600 erano ritenuti più affidabili dei concorrenti anche se alcuni li superavano in prestazioni, infatti l' OM Super Orione era molto più veloce, ma molto più delicato in termini di ore passate in officina. Semplicità costruttiva, questi autocarri erano di costruzione semplice, inoltre i pezzi di ricambio erano facilmente reperibili e a costi più concorrenziali.

5 commenti:

Unknown ha detto...

Ottima relazione di cui e'stato IL mio vissuto da ven tenne a oggi.grazie

Claudio ha detto...

Il motore del 690n3 aveva pistoni con alesaggio di 135mm e una potenza di 208cv

Unknown ha detto...

Un gran bel mezzo a fatto la storia dell Italia

Unknown ha detto...

Infatti sembrava anche a me che avesse 208 CV come L83

Unknown ha detto...

Ciao sono la figlia di un autista che acquisto questo mezzo nel 66. Quando sono nata io. Era bellissimo viaggiare. Con mio papà. Era orgoglioso del suo lavoro. Era un autore che faceva parte della nostra famiglia. Quanto lavoro quanti viaggi. Bellissimi ricordi


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